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Il passaggio di testimone tra colleghi esperti e giovani, trait d’union tra passato e futuro della professione. La fedeltà alla scienza e all’etica. Il Codice Deontologico, carta costituzionale a cui medici e odontoiatri devono sempre fare riferimento. Ma anche un sistema sanitario che deve continuare a essere equo, universale e solidaristico. La necessità, palesata dalla pandemia, di investire sul personale sanitario. Il cambio di passo nell’accesso alle specialità per i giovani camici bianchi, per non ripiombare in altri imbuti formativi. Gli appelli alla politica e l’omaggio al comparto dell’emergenza-urgenza, «quint’essenza delle essere medico».
Sono, questi, solo alcuni dei temi affrontati nel discorso denso e coinvolgente pronunciato dal presidente dell’OMCeO veneziano e vice nazionale Giovanni Leoni durante l’edizione 2022 della Giornata del Medico e dell’Odontoiatra che è stata celebrata sabato scorso, 2 ottobre 2022, al Teatro Goldoni. Sul palco le nuove leve, iscritte all’Ordine quest’anno, che, pronunciando il Giuramento di Ippocrate, entrano a pieno titolo nella professione e i colleghi più esperti, molti ancora in attività, che si sono laureati nel 1972.

Il superamento dell’imbuto formativo
«Sulla formazione – ha sottolineato il presidente Leoni – appare logico rivedere le modalità di accesso a medicina prevedendo un percorso che, a partire dagli ultimi anni delle superiori, aiuti a comprendere la propria vocazione. Senza rinunciare, però, a una corretta programmazione, definendo il fabbisogno di specialisti e medici di medicina generale, e calcolando, in base a questo, gli ingressi alla facoltà».
Quest’anno, ad esempio, sono stati 16.070 i posti messi a bando dal Ministero dell’Università, ma ben 65.378 gli iscritti ai test. «Entrerà, dunque – ha aggiunto – solo un candidato su quattro. Per anni molti più medici si sono laureati rispetto ai posti nelle Scuole di Specializzazione e al Corso di formazione in Medicina Generale. Risultato: almeno 3mila medici l’anno rimanevano fermi, senza possibilità di completare il percorso».
Da qui l’esigenza di superare l’impasse e assorbire l’imbuto formativo. E i risultati, grazie al sostegno del Ministro della Salute Roberto Speranza e all’impegno della FNOMCeO, sono arrivati. «Negli ultimi 3 anni – ha spiegato Leoni – sono state finanziate 30mila borse. Questo vuol dire che tra 6-8 anni avremo la disponibilità di ben 90mila specialisti. Si rischia, però, di passare dalla carenza all’eccesso, il rischio di una nuova pletora medica». Servono, allora, una buona programmazione e far sì che a ogni laurea in medicina corrisponda una borsa per le specializzazioni o per la medicina generale, «considerando il percorso formativo come un unicum dall’immatricolazione alla specializzazione».

Gli uomini e le donne della sanità
Il presidente Leoni ha poi ricordato come il servizio sanitario nazionale – «equo, universale e solidaristico, così come lo conosciamo oggi» – compia quest’anno 45 anni e come sia un simbolo della nostra civiltà, riconosciuto come uno dei migliori al mondo. «Il SSN – ha sottolineato – ha garantito e garantisce cure a chi ne ha bisogno, anche a chi, meno fortunato, è arrivato nel nostro paese abbandonando il suo perché vittima di guerre e persecuzioni. Gli operatori sanitari, e tra questi i medici e gli odontoiatri, sono l’aspetto umano del sistema, perché la sanità è prima di tutto un rapporto fra persone».
Persone, gli uomini e le donne della sanità, dedite al loro lavoro, selezionate sulla base della loro cultura, competenza e disponibilità, ma i cui diritti devono essere rispettati. «Questa stagione così dura, così difficile – ha ribadito il presidente Leoni – ha avuto un lascito che dobbiamo provare a mettere a valore, trasformando la crisi più drammatica sul piano sanitario che si sia vista negli ultimi anni in un’opportunità di ripartenza. Appare necessario investire sulle donne e sugli uomini che lavorano nel Servizio Sanitario Nazionale, formarli al meglio durante tutto l’arco della vita e garantire delle adeguate condizioni di lavoro sia sul territorio sia in ospedale».

L’appello alla politica
Allargando così l’orizzonte, ad elezioni politiche appena archiviate, il presidente Leoni ha lanciato anche un appello ai nuovi governanti. «Compito della politica – ha detto – è quello di garantire a tutti pari opportunità davanti alla malattia, cure adeguate e soprattutto accessibili. Questa pari opportunità ha costituito finora nel nostro Paese un elemento di coesione sociale. In nome della crisi economica, ai medici viene sempre più spesso chiesto di erogare cure con appropriatezza: i medici sono impegnati a farsi carico di questo obiettivo, ma chiedono anche che il concetto di appropriatezza non sia applicato solo alle loro scelte, ma anche a quelle della politica».
Che, tradotto, significa: continuare sulla strada del rifinanziamento della sanità e attenzione a come si destinano le risorse a disposizione, finora declinate più sull’edilizia sanitaria che sul personale.

L’omaggio al comparto dell’emergenza-urgenza
L’edizione 2022 della Giornata veneziana del Medico e dell’Odontoiatra è stata dedicata, in particolare, ai colleghi del Pronto soccorso, del 118 e, più in generale, del comparto dell’emergenza-urgenza, «quint’essenza delle essere medico – ha sottolineato il presidente – i cui cardini sono cultura generale e specifica, senso di responsabilità e capacità gestibile in autonomia. Ma la vita professionale di questi colleghi è stata resa poco desiderabile da un sistema penalizzante che non concede né adeguato riposo né un guadagno proporzionato alla gravi responsabilità».
Sul palco del Goldoni sono saliti per essere premiati tutti i primari dei Pronto Soccorso degli ospedali dell’Ulss 3 Serenissima e dell’Ulss 4 Veneto Orientale e i responsabili del 118.

I consigli alle giovani leve
Dopo aver ringraziato i colleghi più esperti, «che hanno reso grande la sanità veneziana», il presidente Leoni si è rivolto direttamente alle giovani leve, ricordando come ancora tanti – il 15% a livello nazionale – emigreranno all’estero «in cerca di quelle soddisfazioni professionali – ha aggiunto – che il nostro sistema non riesce più a garantire, nella speranza di trovare fuori del nostro paese una maggior credibilità delle istituzioni, migliori possibilità economiche e di ricerca, possibilità di carriera garantite dal merito e dalle capacità».

A chi, invece, sceglierà di restare, qualche utile consiglio:

  • mantenere intatta la motivazione di mettersi al servizio degli altri;
  • vedere sempre nel paziente una persona che ha bisogno di cure;
  • essere abili non solo sul piano scientifico, ma anche e soprattutto su quello umano e della comunicazione, «è questa la chiave per instaurare con chi si affida a noi il rapporto di fiducia che è la base di ogni buona cura»;
  • essere consapevoli che nel fare il medico le responsabilità vengono sempre prima dei privilegi;
  • sapere di dover rispondere a tre padroni:
    - il paziente, con le sue debolezze e le sue infermità, «rispettatene sempre la dignità, anche quando sarete stanchi, scoraggiati o amareggiati. Concedetegli sempre la vostra attenzione e la vostra disponibilità»;
    - la scienza, a cui improntare ogni atto e decisione;
    - il bilancio, per usare le risorse in modo appropriato e continuare a garantire a tutti le cure.

«Infine – ha ribadito Giovanni Leoni – ricordate che non esiste la malattia, esiste l’uomo malato. Il nostro compito non finisce con le disponibilità terapeutiche, ma continua anche quando queste saranno esaurite. Perché la nostra missione non è quella di guarire ma quella di curare. Non smettete mai di inseguire i vostri sogni: presto o tardi si realizzeranno».

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Venezia

In allegato il pdf con il discorso integrale del presidente Leoni: pdf DiscorsoPresidente 01 10 2022 (69 KB)