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[Ultimo aggiornamento, con la rassegna stampa, il 21.08.2023]

Il caso del finto medico “Dott” Matteo Politi, originario di Mestre, è tornato in questi giorni all’onore delle cronache come da articolo a firma della giornalista Laura Tedesco sul Corriere del Veneto di oggi, venerdì 18 agosto 2023: sembra che adesso eserciti ad Hong Kong.
Il caso per la verità era ben noto dal 2010 all’Ordine di Venezia grazie all’intuizione dell’allora Consigliere Segretario Dott.ssa Caterina Boscolo che aveva messo in atto tutte le procedure previste per legge all’epoca, e anche di più, per bloccare una richiesta di iscrizione al nostro Ordine basata su documenti falsi. 

"Vorrei cominciare - scriveva allora Caterina Boscolo sul sito dell'Ordine - facendo il punto sulla vicenda che in queste ultime settimane è stata più volte ripresa da stampa e televisione e riguardante il caso del falso medico. In effetti, la prima segnalazione alla Procura della Repubblica è partita proprio dal nostro Ordine, poiché questo soggetto aveva presentato a noi l’autocertificazione (falsa) per richiedere l’iscrizione all’Albo dei Medici Chirurghi.

Nel merito l’art. 1, comma 1, DPR 403/98 “Regolamento di attuazione degli artt. 1, 2 e 3 della legge 11 maggio 1997, n.127”, in materia di semplificazione delle certificazioni amministrative, ha introdotto la possibilità di autocertificare anche i titoli di studio, abilitazione e specializzazione, quindi il soggetto che richiede l’iscrizione all’Ordine compila un’autocertificazione relativamente a laurea, abilitazione e casellario giudiziale. La legge prevede che l’ente ricevente provveda alla verifica a campione dei dati.

Da subito il nostro Ordine ha ritenuto che una verifica a campione su dati così importanti fosse poco opportuna ed ha quindi ritenuto di avviare una procedura di verifica di tutte le autocertificazioni prima di procedere all’iscrizione (deliberazione n. 5/99).

Sulla base di queste premesse, la segreteria ha proceduto alle verifiche di rito anche nel caso di specie, scoprendo che il soggetto non risultava mai iscritto all’università. A quel punto, tutta la documentazione è stata trasmessa per competenza alla Procura della Repubblica, che ha avviato l’indagine che ha portato alla sua individuazione".

L’articolo continua qui: https://www.ordinemedicivenezia.it/news/notizie-medici/il-caso-del-falso-medico?fbclid=IwAR00c94m3-rPVwK9DfE7z3NkZoI5V7HPvHZZ8bBe38WNR6VgkJE-gWpgqhA

Ora sempre ringraziando la nostra purtroppo scomparsa collega alla quale abbiamo dedicato la Sala Riunioni dell’Ordine appare necessario fare alcune considerazioni.

Siamo nel 2023, in un’epoca avanzata della comunicazione globale, da normali cittadini ogni giorno ci vengono chieste autenticazioni e password per le procedure anche più semplici, usiamo sempre più di frequente lo SPID o la Carta d’Identità Elettronica, senza dimenticare il Riconoscimento Facciale per i gli utenti con gli smartphone più evoluti.

Appare necessario, anche alla luce della circolazione sempre più diffusa di professionisti su scala mondiale, non solo l'adeguatezza dei titoli per l’esercizio professionale ma anche, pare impossibile a dirsi, l’accertamento della loro stessa esistenza.

Non so se sia solo un problema tecnico di accesso ai dati, vista anche la possibilità di furto di identità, ma la verifica anche tramite la doppia autenticazione bidirezionale deve essere applicata ovunque, a tutela del cittadini in ogni parte del mondo.

Penso a come sia stato possibile anche in Italia per il soggetto in questione poter lavorare falsificando titoli in varie istituzioni senza un controllo incrociato. Per tutti gli incarichi, in primis quelli sanitari, il documento cartaceo anche con intestazione e firma autorevole non basta più da un pezzo, può essere falsificato. L’autocertificazione va benissimo per la domanda, esiste una legge dedicata, ma poi tutto deve essere ricontrollato negli archivi come di prassi.

Da qui il richiamo alla necessità della puntuale verifica dei titoli su base informatica a tutti i soggetti erogatori di servizi sanitari e l’urgenza di stabilire adeguate collaborazioni per analoghe verifiche per i medici e gli odontoiatri provenienti dall’estero che vogliono esercitare in Italia, con relativo facile controllo anche per i titoli del nostri colleghi che desiderano lavorare in altri paesi del mondo.

Non è semplice per varie problematiche di accesso ai dati, ma è un procedimento dovuto ai cittadini - utenti, a quelli che hanno necessità e che si fidano di una struttura o di un professionista.

Il Presidente OMCeO Venezia Dott. Giovanni Leoni 

Il pdf dell'articolo del Corriere del Veneto:  pdf Corriere del Veneto 18:8:2023 (500 KB)

La rassegna stampa: