Visite: 1254

Il mondo della psichiatria veneziana in lutto per la morte, sabato sera, 9 settembre 2023, del dottor Domenico "Nico" Casagrande, luminare e grande innovatore del settore. Aveva 84 anni, era stato allievo di Franco Basaglia. Originario di Bertinoro, paese in provincia di Forlì-Cesena, si era laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Bologna e nel 1972 era già assistente del direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Gorizia Franco Basaglia, suo grande maestro, con cui condurrà tante battaglie per la riforma delle cure mentali e la chiusura dei manicomi.

Arrivato a Venezia nel 1978 ha ricoperto fino al 1992 l'incarico di direttore dell'Ospedale Psichiatrico di San Clemente, che poi ha contribuito a chiudere insieme al manicomio di San Servolo, ha diretto anche i servizi psichiatrici del centro storico lagunare ed è stato coordinatore del Dipartimento di Psichiatria. Fu proprio lui a creare - con il collega Fabrizio Ramacciotti, anche lui scomparso a luglio - e a dirigere in laguna il Centro di Salute mentale di Palazzo Boldù, esperienza innovativa, diventata un modello per essere realtà aperta alla città, dove il disagio psichico si combatteva anche con i laboratori, il teatro, l'arte, gli incontri. La sua attività e il suo impegno civile e sociale non si sono fermati neanche dopo la pensione, arrivata nel 2003.

In tanti oggi gli rendono omaggio, a partire, ad esempio, dall'associazione Il Granello di Senape, attiva nelle carceri, che scrive sulla sua pagina Facebook: «Domenico "NICO" Casagrande ci ha lasciati. Assieme a Franco Basaglia, di cui è stato stretto collaboratore, è artefice della chiusura dei manicomi e della nascita del movimento di Psichiatria Democratica. A Venezia ha anche contribuito a dar vita e a sostenere sempre le realtà del volontariato penitanziario mettendo generosamente a disposizione le proprie competenze».

«Nico Casagrande - lo ricorda il sociologo Gianfranco Bettin - è stato tra i protagonisti di una vera rivoluzione culturale e scientifica, che ha avuto eco mondiale, insieme a Franco Basaglia e Franca Ongaro e i loro collaboratori, tra i quali, fra i più importanti, proprio Casagrande. Hanno rovesciato la psichiatria della reclusione, dei manicomi, che era un cardine della medicina segregazionista, incapace di vedere e pensare il paziente nel suo contesto e come persona intera. Superare i manicomi, riportare la persona al centro della cura e dell'attenzione, realizzare sul territorio i servizi necessari ad affrontare bisogni e patologie, a contrastare il disagio psichico nel luogo stesso in cui emerge: erano i capisaldi di una riforma che ha mutato radicalmente l'approccio e ha condotto al Servizio sanitario nazionale e ad altre riforme innovative. Nico ci mancherà, anche se lascia moltissimo, in opere e idee, che daranno altri frutti».

Alla moglie Maria Teresa, a tutti i familiari, ai colleghi e agli amici le più sentite condoglianze del presidente Giovanni Leoni, del Consiglio direttivo e dell'Ordine tutto. 

L'omaggio della stampa locale nelle edizioni di ieri, domenica 10 settembre 2023: