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Guardarsi dentro, cercare di fare chiarezza su quali potranno essere in futuro le necessità e i bisogni personali e dei propri familiari. E poi un appello, accorato e ripetuto, ai giovani professionisti: cominciate ora a costruire il vostro futuro.
Sono queste le direttrici su cui si è mosso, sabato scorso, 14 ottobre 2023, il convegno Progettiamo il nostro futuro in benessere e sicurezza. Riflessione sui bisogni previdenziali, assistenziali, sanitari dei medici, degli odontoiatri e delle loro famiglie, organizzato all’auditorium dell’M9 – Museo del ‘900 di Mestre dal vicepresidente dell’OMCeO veneziano Maurizio Scassola, che ha portato in laguna i vertici di Fondazione ENPAM e dei suoi enti satellite, FondoSanità e SaluteMia.

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«Siete stati previdenti a venire qua oggi – ha sottolineato il presidente dell’Ordine e vice nazionale Giovanni Leoni, accogliendo i partecipanti – per voi e per le vostre famiglie. Ci sono un sacco di assicurazioni, però è diverso avere qualcosa costruito dai medici per i medici perché non esiste la problematica del guadagno».
Poi, dopo aver tracciato un breve excursus dei progressi fatti dall’ENPAM nell’ultimo decennio – un balzo in avanti, ad esempio, del patrimonio dagli 11-12 miliardi del 2012 agli attuali 25-26 miliardi – con i vertici impegnati a resistere alle pressioni e a rispondere alle osservazioni di diversi governi, ha spiegato come anche lui allora, come medico ospedaliero, avesse in realtà idee molto relative su tutto questo: «Ero più giovane – ha detto – più concentrato sulla professione e vedevo la pensione molto distante. Noi medici e odontoiatri, spesso, abbiamo una visione parziale di quanto fa il nostro ente previdenziale, che invece è un mondo complesso e con equilibri delicati».

Una costellazione di servizi, di società e di opportunità: così il vicepresidente Maurizio Scassola ha definito l’ENPAM presentando il senso del convegno. «Vi invito oggi – ha precisato – a focalizzare la vostra attenzione e le vostre riflessioni su voi stessi e sulle vostre famiglie. Siamo giustamente impegnati ogni giorno a lavorare per gli altri, per i pazienti. Soprattutto negli ultimi tempi, ci portiamo a casa un carico importante di angoscia, di sofferenza e di stress che ci fa dimenticare noi stessi e la nostra qualità di vita. Oggi pensiamo a noi».
Obiettivi del convegno, dunque:

  • spingere i colleghi a ragionare non solo sul loro stato professionale, ma anche su quello personale e familiare;
  • cominciare ad analizzare i problemi troppo trascurati;
  • individuare le criticità e i bisogni, pianificando così alcuni interventi.

«È come un trasloco – ha aggiunto il dottor Scassola – in cui devo decidere cosa vale per me e cosa, invece, non mi serve. È un momento di cambiamento, di trasformazione, di rinnovamento. Dobbiamo fermarci un attimo, scendere da questo treno che ci porta a velocità folle chissà dove e cominciare a pianificare cose importanti per la nostra vita. Oggi abbiamo una grandissima opportunità di riflessione».

Non può esserci una buona previdenza se non c’è un buon lavoro sottostante: è partito da questa premessa il presidente Alberto Oliveti per spiegare come l’ENPAM sia un’occasione di analisi e di risposta ai bisogni dei medici e degli odontoiatri e come si cerchi di usare la previdenza «non solo per tutelare la fase post lavorativa – ha sottolineato – ma per far sì che il lavoro possa essere sempre più produttivo perché se ci sono più flussi contributivi, poi si può usare meglio la leva previdenziale». Da qui l’idea, realizzata, di aprire la cassa anche ai giovani, agli studenti del quinto e sesto anno «per cercare di fare squadra il prima possibile».
Solide le cifre dell’ente che non ha, è stato precisato, scopo di lucro, che si occupa dei redditi da lavoro autonomo (liberi professionisti, convenzionati e accreditati e l’intramoenia degli ospedalieri) e che si è confermata anche nel 2022 la più grande cassa pensionistica d’Italia: un patrimonio di 25,3 miliardi di euro, un utile nel 2022 di 179 milioni di euro, contributi incassati per 3 miliardi e mezzo di euro, prestazioni erogate per 2,8 miliardi con un saldo previdenziale in positivo.
Analizzando i dati veneziani – nel 2022 quasi 39 milioni di contributi incassati rispetto ai quasi 34 milioni di pensioni pagate, ma erano poco meno di 29 e mezzo nel 2021 – «cominciamo a pagare più pensioni – ha detto Oliveti – dei contributi che incassiamo. Questo perché in passato si andava in pensione il più tardi possibile, oggi invece, dopo il Covid, ci si va un po’ prima». I conti, insomma, ancora tornano, «ma ci aspettiamo un periodo di vacche magre».
Sono 4 i capisaldi che regolano la bussola dell’ENPAM: prestazioni e contributi, ovviamente, ma anche autonomia e patrimonio. Dal mercato del lavoro di riferimento all’organizzazione dei 2 fondi di previdenza, dalle aliquote all’età del pensionamento per le diverse categorie, il presidente ha poi analizzato nel dettaglio i meccanismi che regolano l’ente, passando in rassegna anche le prestazioni che eroga. Per chi paga la quota A, ad esempio: i mutui agevolati, il bonus di 2mila euro per il primo anno di vita dei figli, gli aiuti a fondo perduto in caso di calamità naturali, l’indennità se si diventa inabili alla professione, l’assicurazione per il rischio di perdita dell’autonomia e molto altro.
Tra gli altri temi passati in rassegna dal presidente Oliveti:

  • i mutui per lo studio e la prima casa, destinati a tutti gli iscritti;
  • l’anticipazione della prestazione previdenziale;
  • il progetto Case di Comunità Spoke: «La casa – ha sottolineato – deve essere il primo luogo di cura. Ma la prima stazione non può essere la struttura pensata dal PNRR. Serve una stazione intermedia che rilanci gli studi professionali ed ENPAM punta proprio all’aggregazione per favorire capillarità e vicinanza»;
    • la piattaforma Tech2Doc, nata per fare formazione e supportare medici e odontoiatri nell’adozione dei nuovi strumenti digitali nella loro pratica clinica professionale, ma che sarà anche la piattaforma logistica della Case di Comunità Spoke;
  • i tanti cambiamenti introdotti negli anni: il nuovo statuto, con cui si è migliorata la rappresentatività degli organi di governo e si è creata la possibilità di fare welfare, la riforma della governance degli investimenti patrimoniali, il rinnovamento del Giornale della Previdenza, con le guide settoriali, il 5x1000, dedicato alla ricerca scientifica e all’assistenza socio-sanitaria.

«Come categoria – ha concluso Alberto Oliveti – dovremmo ritornare a essere credibili, a essere rispettati, ad avere rilevanza sociale e autorevolezza. Dovremmo misurarci di più sulla qualità delle performances. Oltre alle competenze specifiche, abbiamo attitudine e abilità nei rapporti relazionali, abbiamo un’indipendenza professionale che ci deve nutrire di autonomia e responsabilità insieme… Noi dobbiamo rilanciare forte questa partita perché, se perdiamo credibilità, non andiamo avanti».

Completato il quadro sull’organizzazione e i servizi offerti dall’ENPAM, la parola è passata a Stefano Gargani, docente di Risk Management all’Università di Verona, che ha offerto ai medici e agli odontoiatri una “cassetta degli attrezzi” per la gestione del rischio. «Parleremo di assicurazioni – ha esordito – da un punto di vista diverso da quello usuale», senza dimenticare però che l’industria assicurativa è la terza del Paese, rappresenta il 7% del PIL e ha generato nel 2022 più di un miliardo di investimenti nel sistema Paese.
«Facendo un focus – ha aggiunto – sulla responsabilità civile sanitaria, che è il settore che più vi riguarda da vicino, i premi nel 2021 ammontavano a 646 milioni di euro. C’è poi una crescente gestione dell’auto-ritenzione del rischio, ci sono cioè aziende sanitarie che scelgono di non sottoscrivere alcuna copertura assicurativa e di gestire loro i propri sinistri. Questa somma è il doppio dei premi raccolti, significa che siamo sopra al miliardo di euro. Raccontano che questo è un percorso virtuoso, io da addetto ai lavori vi dico che di virtuoso non ha veramente nulla».
Inoltre se, da un lato, le compagnie assicurative in Italia non vogliono sottoscrivere rischi di responsabilità civile sanitaria, dall’altro la legge Gelli-Bianco che pur obbliga i sanitari ad avere la propria copertura, non riserva lo stesso obbligo alle assicurazioni. Il relatore è quindi entrato nel dettaglio dei parametri fissati proprio dalla Legge 24 del 2017 – e quelli che dovrebbero fissare i decreti attuativi ancora non promulgati – indicando gli obblighi di copertura per i professionisti sanitari e distinguendo tra colpa grave e colpa lieve anche a seconda dell’essere un lavoratore dipendente o meno.
«Noi di solito – ha sottolineato il dottor Gargani – percepiamo la polizza come una tassa da pagare. In realtà è uno strumento di trasferimento del rischio. Il fabbisogno del medico e dell’odontoiatra si declina su 4 assi: assistenza in caso di un evento dannoso, sostegno della capacità lavorativa in caso di infortunio o malattia, supporto al professionista e al suo nucleo familiare e integrazione del reddito in caso di imprevisti e difficoltà. La polizza va vista come un investimento puro».
Oltre alla Rc Professionale, allora, meglio per medici e odontoiatri garantirsi anche la tutela legale, «perché, ad esempio, in caso di sinistri – ha detto il docente – solo così potete scegliervi il vostro legale», e assicurarsi con la Rc per la colpa grave. Per avere la certezza, poi, di essere sostenuti di fronte a un evento importante, sono tre i cluster da guardare: le tutele personali – con, ad esempio, la copertura rimborso spese mediche e ospedaliere, il Long Term Care, gli infortuni (con sopravvalutazione degli arti), l’invalidità permanente da malattia – quelle per il patrimonio, all risk casa e studio medico, e quelle, appunto, per i rischi professionali.
Dopo aver spiegato cosa davvero bisogna verificare in una polizza assicurativa, in particolare l’attività assicurata perché un cardiochirurgo ha un’esposizione al rischio diversa rispetto a un odontoiatra o a un medico di famiglia, «se la polizza costa poco – ha concluso Stefano Gargani – è perché vale poco, perché poi dà poco. Assicurarsi fa rima con prevenire e non con curarsi. Il suggerimento è: siate previdenti e investite del tempo nel leggere i contratti assicurativi».

Una volta chiarito quali siano i servizi offerti da ENPAM e quali garanzie tutelino al meglio, la seconda parte del convegno si è concentrata su quel qualcosa in più che può davvero assicurare benessere e sicurezza al futuro dei medici, degli odontoiatri e delle loro famiglie: un fondo pensionistico e una mutua integrativi.
Il presidente Carlo Maria Teruzzi ha illustrato i tanti vantaggi nell’aderire a FondoSanità, società satellite di ENPAM, che propone una previdenza integrativa, da associare a quella obbligatoria, premiata per due anni consecutivi, 2021 e 2022, come miglior fondo pensioni italiano.
Il relatore ha così cominciato a spiegare le origini dell’idea – FondoSanità nasce nel 1996 come FondoDentisti, grazie ad un’intuizione di ANDI, e dal 2007 si allarga a tutte le professioni sanitarie – la capitalizzazione e la ripartizione, cioè i due principali sistemi pensionistici in Italia, i due metodi di calcolo, quello contributivo e quello retributivo, e chi può iscriversi al fondo, gli studenti al quinto e sesto anno di medicina, ad esempio, o i soggetti fiscalmente a carico degli iscritti, come i figli, «che resteranno in FondoSanità – ha precisato il dottor Teruzzi – anche se poi non diventeranno medici».
Ma perché per i medici e gli odontoiatri è meglio integrare la pensione? «Perché – ha sottolineato ancora il relatore – c’è un decremento della popolazione e un aumento considerevole degli over 85. Oltre a un maggior carico per il SSN a causa delle cronicità, dal punto di vista previdenziale maggior sopravvivenza significa più pensioni da pagare per più lungo tempo. E, con sempre meno giovani in forza lavoro, chi pagherà queste pensioni? Non so se questo sistema previdenziale riuscirà a sostenere questa spesa previdenziale… E le soluzioni non sono facili».
FondoSanità è un fondo chiuso, che non ha scopo di lucro, che non deve rendere conto a nessun azionista e con vantaggi evidenti:

  • la deducibilità dal reddito complessivo fino a 5.164,57 euro ogni anno;
  • i rendimenti tassati al 20% rispetto al 26%;
  • la tassazione che, al momento del pensionamento, viene ridotta progressivamente per chi è iscritto da più di 15 anni, dal 15 al 9%.

E quando un professionista decide di andare in pensione può:

  • ritirare tutto il capitale, se il montante è al di sotto di 90mila euro;
  • trasformare il montante in rendita vitalizia;
  • ritirare il 50% del montante e convertire in rendita vitalizia l’altro 50%.

«Il contributo – ha concluso il dottor Teruzzi, dopo aver evidenziato anche le ottime performances di rendimento di FondoSanità – è libero e volontario. Tanti mi dicono: non mi iscrivo perché non ho i soldi. Invece è importante iscriversi comunque, anche con una quota iniziale bassa, poi si metteranno i soldi quando ci saranno. Iscriversi al più presto è fondamentale per sfruttare la valorizzazione del mercato nel tempo. Ognuno deve capire la propria necessità di previdenza per poterla costruire liberamente e consapevolmente, con gli strumenti disponibili e in tempo utile».

Ultimo tassello da prendere in considerazione per ragionare del proprio futuro sicuro la possibilità di una sanità integrativa che nella costellazione ENPAM si declina in SaluteMia, la società di mutuo soccorso guidata da Gianfranco Prada.
Ma, se medici e odontoiatri sostengono il SSN, perché aderire a una mutua integrativa? «Noi conosciamo e viviamo – ha sottolineato il dottor Prada – le grandi difficoltà che sta vivendo la nostra sanità pubblica. I motivi sono tanti: il definanziamento, che purtroppo continua ancora oggi, l’emergenza Covid che ha gravato una situazione già difficile, le lunghe liste d’attesa, la carenza di personale. E purtroppo non si riescono a garantire nemmeno le prestazioni urgenti e le cure immediate».
Di recente SaluteMia ed ENPAM hanno condotto un sondaggio per capire come il mondo medico viva e interpreti la sanità integrativa: la maggior parte dei partecipanti la vede come un’opportunità per evitare le attese e poter scegliere il professionista o la struttura dove farsi curare, «una necessità, considerata la sempre minor copertura di prestazioni offerta dalla sanità pubblica».
Il presidente ha poi illustrato nel dettaglio le caratteristiche della mutua proposta «che è stata creata dai medici e dagli odontoiatri per i medici e gli odontoiatri» e che:

  • è senza fine di lucro, persegue finalità di interesse generale e ha una natura esclusivamente assistenziale;
  • opera unicamente a favore dei propri soci e dei loro familiari, anche non conviventi;
  • può essere sottoscritta anche dagli studenti di medicina e odontoiatria con piani sanitari ad hoc e costi ridotti;
  • mette a disposizione di lavoratori e pensionati una gamma di piani sanitari per tutelare la salute propria e dei familiari;
  • i piani sanitari sono studiati ad hoc partendo dall’analisi sullo stato della sanità in Italia e integrandoli con studi sulle esigenze specifiche espresse dalla categoria;
  • non ha alcuna barriera d’ingresso;
  • il rapporto può interrompersi solo per espressa volontà del socio, mentre la mutua non può rescindere dal contratto;
  • il contributo che si versa è fiscalmente detraibile per il 19% su un importo massimo di 1.300 euro;
  • ha un costo inferiore rispetto alle polizze di assicurazioni con analoghe garanzie.

«SaluteMia – ha spiegato ancora il presidente Prada – offre un piano base che copre le principali patologie, dai grandi interventi chirurgici all’alta diagnostica, dall’assistenza per la maternità alla prevenzione fino alla non autosufficienza, e 4 piani sanitari che possono essere integrati per necessità specifiche. Sia il piano base sia quelli integrativi hanno costi diversi, in base alle fasce di età dei sottoscrittori».
Tra le garanzie aggiuntive offerte ai soci a costo zero: la copertura Critical Illness, cioè il sussidio in caso di gravi malattie, la copertura invalidità permanente da malattia e caso morte da infortunio, un voucher di 100 euro per una campagna di prevenzione, un voucher di 500 euro a sostegno della genitorialità e lo stanziamento di 50 borse di studio da 500 euro l’una per gli studenti meritevoli.

Tante e importanti, insomma, come si è visto, le opportunità offerte dalla costellazione ENPAM per scrivere un futuro più sereno per medici e odontoiatri. «Ma quello che porto a casa io oggi – ha sottolineato il presidente della CAO lagunare Giuliano Nicolin tirando le somme – è che mi sento responsabile verso i colleghi più giovani. Loro qui non ci sono, non ci pensano a queste cose: facciamoci carico noi, allora, di pensare anche a loro. Possiamo dar loro consigli di valore. Prendiamoci questo impegno personale nei confronti dei giovani professionisti».

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Venezia