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I colleghi più esperti, che sul palco hanno ricevuto la medaglia per celebrare i 50 anni dalla loro laurea. Quelli più giovani, che si sono iscritti all’Albo quest’anno e, pronunciando un convinto “lo giuro!”, sono entrati a pieno titolo nella professione. L’emozionante passaggio di testimone tra generazioni è avvenuto al Teatro Goldoni di Venezia, il più antico ancora esistente in città, sabato 28 ottobre alla Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2023, organizzata dall’OMCeO lagunare.
Ad accompagnare la festa, scatenando la platea sulle musiche dei Beatles, la Magical Mystery Orchestra, prima in formazione di quintetto, poi a ranghi completi per il gran finale.
A fare gli onori di casa il presidente Giovanni Leoni, anche vice nazionale, e la guida veneziana della Commissione Albo Odontoiatri Giuliano Nicolin, accompagnati dalla giornalista dell’Ordine Chiara Semenzato.
«Diamo il benvenuto a tutti i colleghi – ha sottolineato il dottor Nicolin aprendo il pomeriggio – ma soprattutto alle loro famiglie e ai loro accompagnatori perché senza di loro, senza il loro sostegno nessuno di noi avrebbe potuto intraprendere questa professione. Alle famiglie dei più giovani dico: non è finita qui, non illudetevi… Mogli, mariti, compagni, compagne devono sopportare il peso di una professione bellissima, ma che ci impegna continuamente. Difficile da sostenere talvolta».
Dalla guida degli odontoiatri anche l’invito ai nuovi colleghi a non considerare l’iscrizione all’Ordine solo come un atto burocratico. «L’Ordine – ha sottolineato – offre molto: vi invito a sfruttarlo. Ci sono occasioni di incontro, eventi di informazione e formazione e ci sono tanti servizi gratuiti. Dai più banali, lo Spid e la Pec, alle consulenze in campo fiscale, legale, previdenziale e assicurativo. In quest’Ordine troverete risposte, aiuti e sostegno».

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I saluti delle autorità
Festa, però, non si può dire se non ci sono gli amici a fare da cornice. Grazie alla guida dei due presidenti, l’OMCeO veneziano si è ritagliato spazi di rilievo anche a livello nazionale e con il tempo ha costruito relazioni e sinergie con le istituzioni più autorevoli del territorio veneziano. A partire da quella con la Regione, l’ente più importante per la sanità, rappresentata da Francesca Scatto, presidente della sesta Commissione consiliare del Veneto.
«La cultura di cui mi occupo – ha spiegato subito – è strettamente legata alla vostra professione perché la cultura cura. La nostra dignità, la cura che dobbiamo avere nei confronti degli altri fanno sempre la differenza. La vostra è la professione più importante: quella di chi ti sta vicino nei momenti in cui sei più fragile. E nell’altro devi trovare la competenza, la professionalità, ma soprattutto l’umanità. E questo siete voi medici».

E poi tra gli enti da sempre più vicini all’Ordine c’è di sicuro il Comune di Venezia che lo affianca nell’organizzazione di questa festa ormai tradizionale, ma anche in molte altre iniziative, in particolare attraverso la figura dell’assessore alla Coesione Sociale e alla Programmazione Sanitaria Simone Venturini. «Questa giornata – ha detto salendo sul palco – non ha rilevanza solo per voi medici e per le vostre famiglie, ma ha rilevanza pubblica: questo evento è importante per la comunità intera. Oggi aspettiamo questi nuovi medici come l’acqua nel deserto. Attraversiamo un momento storico difficile e conosciamo bene l’impegno che tutti voi state mettendo per dare delle soluzioni, affinché si possano ridurre al minimo le criticità. Un momento che richiede la massima collaborazione di tutti: per questo quando l’Ordine chiama il Comune c’è e risponde».

Il supporto poi arriva anche dalle due aziende sanitarie attive sul territorio. «Mi rivolgo ai giovani colleghi – ha sottolineato subito il direttore sanitario dell’Ulss 3 Serenissima Giovanni Carretta – per dirvi che siete molto fortunati. Per due motivi. Il primo: vi iscrivete a un Ordine di riferimento a livello nazionale e questo non è poco. Il secondo: vi affacciate a una professione che è la più bella del mondo con la consapevolezza di muovervi in una realtà che rappresenta l’eccellenza. Se siamo tra i migliori è grazie all’impegno di tutti. La sanità del futuro sarà distante mille miglia da quella di oggi, ma, di fronte ai mille problemi che abbiamo, dobbiamo guardare al futuro con un po’ di intelligenza e di speranza. Trasformiamo le criticità in opportunità».
«Oggi ripenso – ha raccontato invece Francesca Ciraolo, direttore sanitario dell’Ulss 4 Veneto Orientale – al giorno in cui mi sono laureata, ormai 30 anni fa, che resta tra i giorni più belli della mia vita. Quella passione, quella motivazione in 30 anni non mi hanno mai abbandonato». Quindi le parole rivolte in particolare alle tante nuove dottoresse: «Sappiate che è possibile conciliare la vita familiare con quella lavorativa. Questo lavoro, la vostra scelta vi daranno sempre tante soddisfazioni e gratificazioni nonostante le difficoltà».

Spostando poi l’analisi sulla dimensione nazionale, sono stati presentati due video diffusi di recente dalla FNOMCeO che ha celebrato i 45 anni del Servizio Sanitario Nazionale con un convegno di due giorni a Roma. Nel primo importanti autorità hanno spiegato perché sia ancora importante avere una sanità pubblica, nel secondo si è chiarito l’impatto sull’economia del SSN: un euro investito ne genera quasi due.
«Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha detto sul palco il presidente della Federazione nazionale Filippo Anelli – è l’istituzione più amata dagli italiani, ma dopo di lui vengono i medici. Questo è un valore straordinario: siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo. Ma lasciatemi ringraziare i decani che oggi festeggiano i 50 anni di laurea perché sono loro ad aver consentito a questa professione di essere oggi così amata».
La guida della FNOMCeO ha anche sottolineato come ormai «le competenze siano un valore strategico per lo Stato» e poi, snocciolando tutta una serie di dati, quanto valga la sanità pubblica, sia sotto il profilo del benessere sanitario, producendo salute, sia sotto quello economico, consentendo di sviluppare crescita e generare ricchezza. «Anche se – ha concluso – gli aspetti organizzativi andrebbero migliorati e resi più efficienti. Bisogna investire di più: la sanità pubblica è un bene straordinario perché realizza la democrazia. Se non ci fosse il Servizio Sanitario Nazionale saremmo di certo più poveri».

La scatola nera del Servizio Sanitario Nazionale: così ha definito i colleghi che festeggiano i 50 anni dalla laurea Guido Quici, presidente nazionale della Federazione CIMO-FESMED, «quelli – ha precisato – che hanno passato l’epoca delle mutue, dell’aziendalizzazione, quelli che ne hanno visto gli aspetti collaterali, ma anche gli effetti della burocrazia e della medicina amministrata. E che comunque hanno dedicato tutto loro stessi alla professione». Quindi l’invito ai giovani a «cercare di essere validi professionisti, sempre autonomi e di seguire costantemente il Codice Deontologico che spesso aiuta nei momenti di difficoltà». E un appello: cavalcare le innovazioni senza mai subirle.
Se non c’è salute, non si sarà mai in grado di garantire nel Paese diritti e libertà: è partito, invece, da questo assunto il ragionamento di Adriano Benazzato, responsabile del Dipartimento Organizzativo Nazionale di ANAAO-ASSOMED, per spiegare come la sanità pubblica debba restare tale «e non vada in decadenza – ha sottolineato – sperando che la popolazione lo capisca ed eserciti la sua azione e la sua attenzione, come già stiamo facendo noi medici».

Tornando alla dimensione locale, negli ultimi anni l’Ordine si è aperto alle altre professioni sanitarie riuscendo a far nascere bellissime sinergie. Quella ormai storica è con l’Ordine lagunare delle Professioni Infermieristiche, l’OPI, guidato a Venezia dalla presidente Marina Bottacin che ha ricordato in particolare ai giovani come «le professioni sanitarie non siano semplici professioni, ma diventino una scelta di vita con tutte le responsabilità e gli oneri che comporta».
E poi c’è un altro Ordine, nato da poco, ma con cui c’è stata subito sintonia, quello dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e Prevenzione, che conta circa 20mila professionisti. «Noi, insieme a voi – ha detto Andrea Maschera, presidente dell’Ordine TSRM-PSTRP delle province di Venezia e Padova – creiamo ogni giorno quella sanità a cui tutti crediamo e che vogliamo sia sempre più forte. Grazie ai colleghi che festeggiano i 50 anni di laurea perché probabilmente è proprio grazie a loro se si sono create le nostre professioni. E ai giovani l’auspicio di creare con loro la sanità del domani, che ancora non conosciamo, ma che sarà di sicuro sempre più territoriale e composta da équipes multidisciplinari».

A chiudere la sfilata delle autorità Francesco Noce, presidente di OMCeO Rovigo e della Federazione regionale degli Ordini, che ha sottolineato il senso di appartenenza che spicca in queste occasioni e ha fatto un augurio ai giovani: «Tra 50 anni – ha detto – quando tornerete su questo palco per festeggiare, riprendete in mano il Giuramento: se lo leggerete senza mai abbassare gli occhi, allora, e solo allora, potrete dire “ce l’ho fatta”».

Le riflessioni del presidente Leoni
Davvero tanti e diversi i temi affrontati dal presidente Giovanni Leoni durante il suo discorso ufficiale, un momento anche per fare un bilancio dell’anno trascorso. «La sanità – ha chiarito subito – deve avere la possibilità di evolversi anche attraverso un adeguato finanziamento. Dobbiamo pensare a tutti coloro che non hanno i soldi per andare da un medico privato, che hanno come unico accesso alla salute quello che dà il sistema sanitario pubblico. Un servizio che qui in Veneto e a Venezia, nonostante la valanga di problemi, è di alto livello, con picchi di qualità professionale indubbia come hanno dimostrato recenti analisi».
Livelli d’eccellenza, però, che poi contrastano con altre statistiche: la carenza dei medici, la difficoltà di alcune specializzazioni, l’impiego massiccio dei gettonisti nei reparti più in crisi… «La salute – ha aggiunto – non è solo una voragine per il bilancio dello Stato. La FNOMCeO ha dimostrato che è anche una generatrice di ricchezza». Su questo deve riflettere, e molto, la politica.
Il presidente Leoni, però, ha poi voluto accendere un faro anche sulla sua città di origine, Venezia, sulle difficoltà che vive, schiacciata tra abitanti che se ne vanno e un turismo che la travolge. Difficoltà che inevitabilmente si ripercuotono anche nell’ambito sanitario tra carenza di medici di famiglia, a cui l’Ulss 3 Serenissima sta cercando di sopperire con un’importante campagna mediatica di reclutamento, e la quasi totale assenza di incentivi per il personale sanitario che fa il pendolare dalla terraferma. «Venezia è sempre stata una città cosmopolita – ha spiegato – ma io sono molto preoccupato dell’involuzione, della trasformazione che sta subendo».
Tra gli altri temi affrontati la femminilizzazione della professione, il rapporto di umanità e fiducia con il paziente, «che si sviluppa e consolida solo se si sono avuti buoni maestri», il problema del numero chiuso alla facoltà di Medicina. «Questi colleghi con i capelli ormai argento – ha concluso il presidente Leoni riferendosi a chi festeggia i 50 anni di laurea – sono i testimoni del tempo, ma soprattutto i testimoni di uno spirito. Lo spirito che ci accomuna nel rispetto della salute dell’uomo e della sua sofferenza».

Il ricordo di chi non c’è più
Nonostante il pomeriggio di festa, l’OMCeO veneziano ha voluto rendere un doveroso omaggio anche a chi non c’è più, ai colleghi iscritti scomparsi durante l’ultimo anno. Nel buio della sala, con la platea tutta in piedi, un pensiero è andato dunque a: Luciano Boatto, Alessandra Bonollo, Giovanni Capovilla, Michele Capuzzo, Giancarlo Cecchinato, Vincenzo Angelo Contrino, Fabrizio Cossu, Riccardo Della Dora, Sergio Favaretti, Lucio Favaretto, Raffaella Forza, Giorgio Franceschi De Marchi, Roger Gambier, Giancarlo Gennari, Gio Maria Giraldo, Dante Gregianin, Nicolò Grillo, Sabino Tommaso Memeo, Aldo Micali, Giorgio Miorin, Roberto Moretti, Ezio Oliboni, Ermanno Olivo, Claudio Parisen Toldin, Sandro Pasquinucci, Girolamo Pavanello, Fabrizio Ramacciotti, Domenico Serena, Paolo Zambusi, Sergio Zigno e Giancarlo Zuliani.

Sul palco del Teatro Goldoni sono poi stati ricordati anche tre colleghi non iscritti all’Ordine veneziano, ma che tanto hanno significato per il territorio: la dottoressa Maria Grazia Carraro, direttrice generale dell’Ulss 1 Dolomiti, ma a lungo direttrice sanitaria dell’allora Ulss 10 poi Ulss 4 Veneto Orientale, il dottor Domenico Casagrande, luminare della psichiatria non solo lagunare, e il dottor Francesco Sannito, storico ginecologo di Mestre che in 30 anni ha fatto nascere in città più di 3mila bambini.

Un ricordo e un omaggio, infine, li resi proprio il presidente Leoni a tre colleghe, scomparse prematuramente, non per cause naturali, incidenti o patologie, ma perché aggredite fino a essere uccise nei loro ambulatori, nelle corsie dei loro ospedali, proprio da quei pazienti che stavano curando: la psichiatra di Pisa Barbara Capovani, morta ad aprile, la dottoressa Paola Labriola, anche lei psichiatra, uccisa a Bari 10 anni fa, e la dottoressa Roberta Zedda, uccisa 20 anni fa in Sardegna.
«Queste aggressioni – ha sottolineato – possono capitare in modo assolutamente imprevedibile. Il problema, purtroppo, si ripropone sistematicamente. Ma non sono colpiti solo gli operatori sanitari: la violenza compare ogni giorno contro le donne, i minori, i disabili, nelle guerre. Non possiamo rassegnarci alla violenza» (guarda qui le slide).

Per chiudere questo momento di riflessione è stato presentato, infine, un importante progetto dell’Università di Padova, il cui dipartimento di Anatomia Clinica è diventato da maggio 2023 il settimo centro italiano per la donazione dei corpi alla scienza, sotto la guida del professor Raffaele De Caro. «La donazione – ha spiegato subito Veronica Macchi, docente di Anatomia Umana proprio all’ateneo patavino – è ancora il modo più importante per imparare l’anatomia. I chirurghi tornano nelle sale di dissezione per perfezionare la loro conoscenza o per impostare nuove tecniche. Il cadavere diventa il primo paziente per gli specializzandi in chirurgia».
Tra gli obiettivi del centro, dunque, che è punto di riferimento per la Regione Veneto, fornire un’esperienza di formazione innovativa e di alta qualità e sviluppare e mantenere strutture, servizi e professionalità. «L’anatomia – ha concluso la professoressa Macchi – si impara meglio se possiamo sperimentarla con le nostre mani. Ma si impara anche quell’approccio etico di cui più volte oggi si è parlato. Quello che noi ricordiamo sempre ai giovani è: questo signore, questa signora ha donato il suo corpo per voi, per una comunità in formazione» (guarda qui le slide).

Spazio alle emozioni: generazioni a confronto
Come ogni anno, però, le emozioni più intense al Teatro Goldoni si sono vissute nei due momenti clou della festa: le premiazioni dei “maestri”, che hanno raggiunto il traguardo dei 50 anni di laurea – corona d’alloro per loro nel 1973 – e il giuramento pronunciato dai giovani neoiscritti.
Chirurghi generali, d’urgenza e vascolari, anestesisti, medici di famiglia, odontoiatri, ginecologi, otorinolaringoiatri, endocrinologi, ortopedici, oncologi, pediatri, geriatri, neurologi e radiologi si sono alternati sul palco del Goldoni con carriere variegate e intense – in alcuni casi ancora non finite dato che i premiati sono ancora attivi nel volontariato o nella libera professione – carriere raccontate dal presidente Leoni, dal vicepresidente Maurizio Scassola e dal segretario dell’Ordine Paolo Sarasin.
Sono stai premiati: Paola Alessandrini, Mirto Andrighetti, Sandro Artusi, Giorgio Battaglia, Maurizio Bossi, Italo Bulian, Paolo Citta, Attilio D’Atri, Alessandro De Marchi, Fabio D’Este, Paolo Donaggio, Pietro Gavagnin, Pier Giorgio Magnanini, Angelo Majoni, Tiziano Mandich, Paolo Manente, Giovanni Marafon, Riccardo Menegazzo, Eligio Milan, Renato Muccioli, Angelo Muratore, Giuseppe Olivari, Lodovico Perulli, Lodovico Pietrosanti, Giuseppe Pinto, Giuseppe Pistollato, Sergio Premuda, Paolo Regini, Flavio Rossetto, Giuliano Rossetto, Maria Scalari e Achille Zincone (guarda qui le slide).

Impegno e professionalità per questi “maestri” che hanno poi idealmente passato il testimone ai colleghi più giovani, iscritti nell’anno in corso agli Albi veneziani. Un potente e allegro “Lo giuro!” è risuonato in tutto il teatro, pronunciato a un’unica voce dai 26 nuovi dottori e dottoresse, dopo che i colleghi Laura Manfrin, la più giovane laureata in medicina, e Riccardo Zane, il più giovane odontoiatra, hanno pronunciato a loro nome, con non poca emozione, il Giuramento di Ippocrate.
Benvenuti, dunque, a: Anna Barison, Giacomo Bertoldo, Francesca Boscaro, Alessia Boscolo Papo, Carla Casarin, Ilaria Contin, Alessia Coppetta Calzavara, Eleonora Coppola, Jacopo Della Toffola, Elena Ferraboschi, Francesco Furlan, Edoardo Oscar Genta, Giovanni Lucchetta, Laura Manfrin, Elena Maronato, Noemi Merra, Monica Miazzo, Ilaria Mietto, Alice Munarin, Eleonora Pagliaro, Stefano Penzo, Ilaria Pitteri, Beatrice Scapolan, Marika Vettorello, Alberto Zampieri, Riccardo Zane.

Arrivederci al 2024!
Conclusione delle celebrazioni affidata a Roberto Monaco, segretario della FNOMCeO e presidente dell’OMCeO Siena, che ha sottolineato come, durante la premiazione dei colleghi con 50 anni di laurea, quasi potesse vedere questi professionisti mettersi il camice e andare ogni giorno al lavoro. «Questi colleghi – ha sottolineato – hanno segnato un solco professionale, umano ed etico, che seguiranno con la stessa voglia i giovani colleghi che oggi hanno giurato. A loro dico: seguite due fari. Quello della scienza e quello del Codice Deontologico».
Sono poi sfilati sul palco del Teatro Goldoni, ringraziati dal presidente Leoni per il loro infaticabile lavoro, anche:

  • “l’ossatura” di tutta l’attività dell’Ordine, cioè lo staff di segreteria composto da Alessandra Ballan, Irene Callegaro, Mary Chinellato, Donatella Favaro e Rossella Milan, e guidato da Carla Carli;
    • il consiglieri del Direttivo dell’Ordine della CAO presenti in sala, tra cui il vicepresidente Maurizio Scassola, il segretario Paolo Sarasin e i consiglieri Roberto Parisi, Francesco Bortoluzzi e Stefano Berto;
    • il presidente della Fondazione Ars Medica Gabriele Gasparini;
    Luca Donolato e Andrea Zornetta, attuale e precedente guida della Commissione Giovani;
    • la coordinatrice della Commissione Pari Opportunità Cristina Mazzarolo;
    • il videomaker Enrico Arrighi.

Da Yellow Submarine a Ob-la-di Ob-la-da fino a All You Need Is Love, sono state le note dei Beatles con la Magical Mystery Orchestra al gran completo a salutare i partecipanti di questa Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2023 che vuole essere soprattutto un momento di unità e di condivisione. Per ricordare a tutti che l’Ordine è una grande famiglia che accoglie, che indirizza e che sostiene, dove un aiuto si trova sempre. Appuntamento al 2023.

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO provincia di Venezia

I componenti della Magical Mystery Orchestra: Massimo Bellio (tastiere e voce), Roberto Cecchetti (chitarre e voce), Eddy De Fanti (chitarre, percussioni e voce), Andrea Ghion (basso), Matteo Ramuscello (batteria), Luisa Bassetto (violino), Francesca Balestri (violino), Valentina Rinaldo (violoncello), Elisabetta Rinaldo (viola), Federico Caldon (trombone), Adelia Colombo (corno), Antonello Delsordo (tromba).