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Potrebbe accadere a qualsiasi cittadino, ad ognuno di noi, ma è successo a un collega alla fine di una mattina di lavoro. Non era neanche sera o notte fonda, era ora di pranzo.

È drammatico subire minacce e violenze fisiche sul lavoro, ma lì puoi comunque essere preparato a questa eventualità, ma è peggio subirle nel rientrare a casa propria, stanchi dopo il turno, dove dovresti trovare ristoro e sicurezza. Il collega non era in giro per il mondo, magari per visite, aveva finito e tornava a casa sua. Non è possibile assistere come spettatori inerti ad una involuzione ambientale per Venezia e Mestre in particolare in questo caso, ma che emerge ovunque nel nostro paese.

Dall'omicidio con armi da fuoco di Venezia a Cannaregio di pochi giorni fa si passa alla violenza comune a Mestre in un condominio già tristemente famoso per essere stato teatro di un omicidio a mani nude nell'agosto di quest'anno: un giovane sfortunato aveva sbagliato porta ed invece della sua donna che lo aspettava per un appuntamanto poco lontano, ma nella parte opposta del condominio, ha trovato la morte. Sbagliare porta ed essere ucciso a pugni: che senso ha?

La violenza come sistema di relazione: una violenza ai massimi livelli per il cui contrasto serve certezza della pena e una massiccia opera di prevenzione.

Questi eventi si aggiungono alla cronaca mentre tutto il Veneto e il resto dell'Italia si preparano a ricordare Giulia Cecchettin martedì prossimo al suo funerale a Padova con  il lutto regionale per ordinanza del Presidente Zaia. Tutti gli omicidi sono situazioni estreme, ma quello di Giulia ha sicuramente delle caratteristiche particolari, per la freschezza e la gioventù della vittima, veramente una ragazza pulita della porta accanto, per il comportamento complessivo del suo carnefice. Vicini anche un questo caso alla famiglia della vittima, la povera Giulia, ma anche a quella dell'assassino, perchè questo dramma accompagnerà entrambe ogni giorno per il resto della loro esistenza.

Al nostro collega ferito ieri la massima solidarietà di tutto il Consiglio dell'Ordine per la violenza subita: in fondo possiamo dire che gli è andata anche bene, lui ha agito d'istinto, le reazioni imprevedibili dell'intruso potevano essere ben più drammatiche, considerando le vittime di violenza estrema, con partenza da futili motivi, che non ci sono più, una drammatica realtà.

Sempre grazie alle Forze dell'Ordine, a chi ha scelto nella vita di proteggere la nostra comunità e confidiamo nelle risorse migliori del nostro paese, aumentiamo indagini e misure preventive per non dover piangere altre vittime, apriamo una discussione sulla trasformazione violenta in corso nella nostra società, nella nostra realtà quotidiana sotto tutti gli aspetti.

Mentre seguiamo le guerre sui media in Ucraina e Palestina e i restanti orrori nel mondo, non dimentichiamo la nostra guerriglia urbana, dall'origine alla condanna, al contrasto in ogni forma: ognuno faccia la sua parte.

Dottor Giovanni Leoni, Presidente OMCeO Venezia

In allegato l'articolo originale sul Gazzettino di Venezia del giornalista Fulvio Fenzo, pubblicato oggi, domenica 3 dicembre 2023:  pdf Gazzettino 3 12 2023 Medico aggredito (853 KB)