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L'essere umano ha tanti desideri, ma chi è malato desidera una cosa sola: la salute.

La prima volta che ho sentito questa frase è stata in famiglia da bambino, veramente tanto tempo fa, dalla mia nonna materna che aveva la quinta elementare ma mi ha insegnato tantissime cose. Ho avuto la fortuna di vivere con lei fino ai miei 27 anni. Nel tempo ho capito molto bene cosa significava, ma all'epoca sicuramente no, non con tale profondità. Per fortuna la maggior parte delle persone è sana, in particolare i giovani. Certo, non sempre è così, le malattie infettive infantili, l'oncologia pediatrica sono solo degli esempi, ma in generale la gente è in salute, pensa alla sua vita, ai suoi amori, a divertirsi ed anche a lavorare naturalmente. L'art 1 della Costituzione Italiana recita al primo paragrafo: "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro". Non è un caso. Dal lavoro di ognuno deriva tutto e in una moderna società civile anche i nostri contributi che originano dalla tassazione della nostra produttività: il tutto deve essere poi correttamente redistribuito dai nostri rappresentanti politici, che noi abbiamo liberamente eletto. Mi scuso di questo passagggio che può sembrare banale, ma lo trovo necessario perchè è l'origine del tutto, anche degli investimenti in tema di salute pubblica.

Nel nostro paese dai dati di Epicentro - Istituto Superiore di Sanità emerge una dimensione della cronicità e della policronicità che raggiunge numeri importanti con l’avanzare dell’età: già dopo i 65 anni e prima dei 75, più della metà delle persone convive con una o più patologie croniche fra quelle indagate e questa quota aumenta con l’età fino a interessare complessivamente i tre quarti degli ultra 85enni, di cui la metà è affetto da due o più patologie croniche. La prevalenza per singole patologie croniche cambia notevolmente con l’età e se prima dei 55 anni la più frequente riguarda l’apparato respiratorio e coinvolge mediamente il 6% degli adulti, dopo questa età e all’avanzare degli anni aumenta considerevolmente anche la frequenza di cardiopatie e di diabete, che raggiungono prevalenze intorno al 30% e al 20% verso gli 80 anni. La prevalenza dei tumori raggiunge il suo valore massimo (circa 15%) intorno agli 80 anni. I casi con eventi pregressi di ictus e ischemie cerebrali, così come i casi con insufficienza renale, numericamente più contenuti, iniziano ad aumentare dopo i 70 anni, mentre la prevalenza di malattie croniche del fegato non supera mai il 5%, neanche in età più avanzate. https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-flussi-dati-confronto-passi-pda-cronicita. Da vedere inoltre come cambieranno le patologice croniche, in particolare le  respiratorie e neurologiche in era Covid. 

Questo per dire che la maggior parte dei contribuenti al SSN è sana, percepisce di rado - per fortuna - l'importanza di questo servizio per loro stessi, spesso di più per i genitori, in minima parte hanno questa percezione i giovani presi così come sono (a milioni...) dai social e dai relativi influencer. Non tutti comunque... Anche nelle nuove generazioni ci sono gli  interessati alla medicina e alla cura dei malati. In sintesi i sani, quelli che lavorano e producono, lavorano per i malati e i pensionati, con l'aspirazione di vivere a lungo e invecchiare anche loro con pochi problemi, seguendo un pò di regole e sperando anche nella fortuna personale. E la fortuna serve, eccome! In particolare lo hanno sperimentato quelli che non ne hanno avuta e sono i cura o sono stati curati.

Al contrario la Politica Italiana in genere NON è interessata alla Sanità Pubblica e lo ha messo nero su bianco con i programmi dei singoli partiti alla recenti elezioni, basta leggere... Pur uscendo da una Pandemia, l'argomento era pressochè assente; Il Sistema Sanitario Nazionale, fortemente definanziato rispetto alla maggior parte dei paesi europei, viene considerato  sempre una fonte di spesa poco produttiva per particolari interessi. Certo: quando si parla di PNRR, costruzioni o macchinari, il discorso è più interessante perche si attiva una catena di produzione e di distribuzione di risorse. Sul personale invece si tira la cinghia, si tende a voler fare sempre di più con meno persone, da almeno vent'anni. Nel 2024 celebreremo il ventennale del blocco del tetto di spesa nazionale per il personale dipendente, ma non è una festa, in particolare  poi nel Veneto si celebra invece in questi giorni una grave crisi nei rapporti tra la FIMMG, segretario Maurizio Scassola, il sindacato più rappresentativo della Medicina del Territorio e la Regione: i medici di famiglia arrivano a massimali tra i 1600 e i 2000 assistiti con colleghi in maggioranza senza personale di segreteria che li possa aiutare nei loro compiti non di tipo clinico, che ormai occupano il loro tempo di lavoro per l'80%. E non se ne viene fuori mentre quest'epoca è il picco delle uscite per pensionamenti.

In crisi anche la Medicina Interna, il reparto che accoglie sempre e solo in urgenza l'assoluta maggioranza dei ricoveri del Pronto Soccorso. Secondo il collega Francesco Serafini della società scientifica di riferimento FADOI - Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti il 36% sta pensando di lasciare la sanità pubblica,  il 26% se potesse tornare indietro sceglierebbe un'altra strada. Dopo Pronto Soccorso, Radiologia, Ginecologia, Pediatria un'altra categoria di colleghi denuncia apertamente questa profonda crisi di condizioni di vita professionale.

Da sottolinerae che il Centro Studi Investimenti Sociali (CENSIS - Istituto di ricerca socio-economica) con FNOMCeO - Presidente Filippo Anelli - hanno  evidenziato in questo studio recente del 2023 quanto sarebbe produttivo anche dal punto di vista economico e non solo etico un adeguato investimento in salute pubblica: https://portale.fnomceo.it/rapporto-fnomceo-censis-ogni-euro-investito-nel-servizio-sanitario-nazionale-ne-genera-quasi-il-doppio/.

Dato che i politici sono sensibili alla pressione dei loro concittadini/elettori il mio invito a manifestare va direttamente a questi ultimi per il 2024 ed anche per gli anni successivi, ai cittadini sani, a quelli che lavorano anche per gli altri che non possono per varie ragioni, perché sono troppo giovani o troppo anziani, magari malati: chiedete conto di come vengono spesi i vostri soldi. Io lo chiedo eccome e così medici, infermieri, personale sanitario e tutti i loro rappresentanti e non da ieri, dovete essere anche voi a farlo insieme ai vostri rappresentanti, perché il nostro sforzo da solo non è stato sufficiente, e, al netto delle varie dichiarazioni pubbliche, lo dimostra nei fatti lo stato attuale della Sanità Italiana mentre ricorrono i 45 anni dalla fondazione del Sistema Sanitario Nazionale, un percoso virtuoso fortemente voluto dall'allora Ministro della Sanità On. Tina Ansemi di Castelfranco Veneto, a cui è dedicata l'immagine da giovane in bicicletta di questo articolo.

Nel frattempo continua a salire inesorabilmente la spesa sanitaria a carico dei cittadini passata dai 28,13 miliardi del 2016 ai 40,26 miliardi nel 2022 con un incremento solo nell'ultimo anno dell’8,3% (https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2023-12-21/spesa-sanitaria-2022-italiani-hanno-pagato-tasca-propria-4026-miliardi-83percento-192355.php?uuid=AF7a5A9B) Questo per quelli che se lo possono permettere: gli altri aspettano e non credo che questi fossero gli ideali originari del Ministro Anselmi.

Grazie per aver letto queste righe, buone feste e ancora buon anno a tutti, bene le celebrazioni di rito, ci stanno, sono dovute, ma per il 2024, per la salute pubblica, abbiamo tutti un lavoro da fare.

Giovanni Leoni, Presidente OMCeO Provincia di Venezia e Vicepresidente FNOMCeO