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Una patologia in crescita, così come le sue condizioni predisponenti, l’obesità su tutte. Ma anche un’attenzione sempre più spiccata da parte della popolazione e la necessità di una gestione multidisciplinare dei pazienti. Per questo e per le sue importanti ricadute la sindrome delle apnee-ipopnee ostruttive del sonno (OSAHS) assume sempre di più una rilevanza anche economica e sociale.
Se ne è parlato nel workshop, molto partecipato, OSAHS: Malattia Sociale, organizzato dal professor Alessandro Abramo, direttore dell’Unità Complessa di Otorinolaringoiatria dell’Ulss 4 Veneto Orientale, in collaborazione con l’OMCeO veneziano e la Scuola Triveneta di Otorinolaringoiatria (SVO), lo scorso 9 novembre al Centro Culturale Leonardo da Vinci di San Donà di Piave.
Una giornata di confronto tra specialisti di varie discipline, dai pediatri agli odontoiatri, dai medici di famiglia ai medici legali, dagli psicologi agli pneumologi, dai docenti universitari ai chirurghi, per offrire un quadro completo della problematica e dare qualche risposta ai tanti quesiti che pone.

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A sottolineare l’importanza delle ricadute della patologia anche sul piano sociale ed economico e la necessità di sinergie ampie la presenza in sala del sindaco di San Donà di Piave Alberto Teso. «Questo tema – ha sottolineato – coinvolge moltissime persone. All’incontro divulgativo che abbiamo fatto ieri con la popolazione c’erano 200 cittadini. Tutto ciò che viene fatto per affrontare in modo migliore questa patologia è davvero gradito. Come amministrazione la nostra disponibilità è massima: vi aiutiamo più che volentieri».

«Su questo tema – ha spiegato invece Mauro Filippi, direttore generale dell’Ulss 4 Veneto Orientale – il dottor Abramo e il suo staff stanno investendo molte energie. Quest’anno con la squadra di otorinolaringoiatria, giovane e motivata, superiamo abbondantemente i mille interventi chirurgici: un reparto che sa rispondere in modo dinamico e professionale ai bisogni della comunità. La formazione, il confronto, il dibattito, l’apertura verso la popolazione sono importanti perché permettono di condividere i saperi, le scienze e le esperienze e di migliorare il nostro lavoro».
Se in Italia si stima che oltre il 20% delle persone siano interessate da questo problema, nel 2023 l’unità ORL del Veneto Orientale ha effettuato 350 visite per apnee ostruttive nel sonno e circa 200 interventi chirurgici: il servizio dedicato dispone di tutti gli esami possibili, inclusa la polisonnografia, nell’ambito di un percorso diagnostico-terapeutico che può portare alla risoluzione del problema, grazie alla chirurgia, anche robotica, e all’attenzione della dimensione dietetica e comportamentale.

Dopo aver ripercorso i suoi trascorsi proprio nelle strutture sanitarie di San Donà di Piave, il presidente dell’OMCeO veneziano e vice nazionale Giovanni Leoni ha colto l’occasione per illustrare alcune delle attività che svolge la FNOMCeO «a difesa delle istanze della categoria professionale medica ma anche – ha sottolineato – per tutelare la popolazione e rispondere ai suoi bisogni di salute». La qualità e l’accesso alle cure della sanità pubblica, il servizio sanitario nazionale da difendere, le retribuzioni medie dei professionisti sanitari più basse in confronto agli altri paesi europei, la pesante e ormai cronica carenza di medici e infermieri, le nuove regole sullo scudo penale e sull’arresto in flagranza di reato differita, i temi accennati dal dottor Leoni. «La spesa dedicata alla sanità – ha aggiunto – è un investimento, non un costo. Lo abbiamo dimostrato con studi economici indipendenti: un investimento di 131 miliardi di euro ne produce circa 242, ogni euro investito ne genera quasi 2 di valore».

Al professor Roberto Spinato, presidente della Scuola TriVeneta di ORL, il compito di aprire i lavori del workshop. Dopo aver delineato gli obiettivi della società scientifica – promuovere l’aggiornamento, incentivare i rapporti tra medici, reparti ORL e specialisti da una parte, professionisti del territorio dall’altra, e creare linee guida condivise – e le sue diverse attività, anche di carattere internazionale, ha tracciato i primi contorni delle apnee ostruttive del sonno. «Questa patologia – ha spiegato – sembra banale, ma il russamento è ormai un problema sociale. Bisogna far capire al paziente che l’OSAHS è una vera e propria malattia. Un tempo si pensava di curare operando naso e palato, ma talvolta la situazione addirittura peggiorava». Di fronte a un paziente con russamento bisogna valutare l’entità del problema, l’età della persona – «il bambino non va trattato come l’adulto», ha sottolineato l’esperto – i siti, i risultati previsti, i rischi e le conseguenze (chi soffre di OSAHS, ad esempio, ha un rischio più alto di incidente stradale da 2 a 7 volte) a cui può andare incontro una persona se non viene opportunamente trattata. «L’OSAHS – ha concluso il professor Spinato – è una malattia multifattoriale che per essere trattata nel modo corretto deve avere un approccio multidisciplinare. Ormai la medicina non è del singolo ma del gruppo».

Tre le sessioni – inframezzate dalla lectio magistralis OSAHS: una malattia (e una gloria) tutta italiana tenuta da Ottavio Piccin, direttore della Clinica ORL Università degli Studi di Trento – in cui si è articolato il workshop:

  • la prima dedicata alla diagnosi e alla clinica delle roncopatie e dell’OSAHS, in cui si è innanzitutto tracciato il ritratto del paziente tipo, soffermandosi sull’epidemiologia, la fisiopatologia e la diagnosi poligrafica, per poi approfondire la topodiagnosi endoscopica per “Steps”, le comorbidità (dall’ipertensione alle aritmie, dalla fibrillazione atriale allo scompenso cardiaco), le complicanze e le ricadute sociosanitarie, le terapie non chirurgiche, come il CPAP, Continuos Positive Airway Pressure, o la riabilitazione respiratoria, e un focus sullo stato dell’arte della roncochirurgia;
  • la seconda dedicata alle particolarità e ai nuovi approcci, in cui si è andati alla scoperta delle OSAHS pediatriche – di fatto una malattia diversa da quella degli adulti... – della terapia odontoiatrica e delle dinamiche cognitive e relazionali che coinvolgono il paziente OSAHS;
  • la terza impegnata invece sugli aspetti gestionali, economici e sociali di questa patologia, dall’organizzazione del servizio dedicato, con l’esperienza proprio dell’Ulss 4 Veneto Orientale, all’analisi dei costi sociali, anche in rapporto ai benefici derivati dalla diagnosi e dal trattamento, dagli aspetti medico-legali e assicurativi, illustrati dalla consigliera dell’Ordine Cristina Mazzarolo, al ruolo dei medici di famiglia e della diagnostica strumentale.

«L’OSAHS – ha ribadito il professor Alessandro Abramo – è una condizione importante di cui oggi cominciamo a comprendere anche gli enormi costi sociali. La sleep endoscopy è essenziale se ci vogliamo approcciare il paziente in modo olistico, anche se in questo momento, con liste d’attesa lunghe, è soprattutto un problema organizzativo. Il pattern di possibilità terapeutiche per questi pazienti, comunque, è ampio».

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Venezia