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Un bel momento di incontro tra generazioni diverse di professionisti. È questo, da anni, per l’OMCeO veneziano il significato più profondo dalla Giornata del Medico e dell’Odontoiatra: il passaggio di testimone sul magnifico palco del Teatro Goldoni tra i “maestri” – come li ha definiti il presidente Giovanni Leoni nel suo discorso ufficiale – cioè i colleghi più esperti, che nell’occasione festeggiano i 50 anni dalla loro laurea, e i giovani neolaureati che, pronunciando insieme il Giuramento di Ippocrate, entrano a pieno titolo nella professione.
Una prima sessione straordinaria estiva della Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2022 è andata in scena sabato 25 giugno, organizzata dall’Ordine per recuperare le annate del 2020 e del 2021 saltate a causa della pandemia. Sono stati, dunque, celebrati i colleghi che hanno completato il loro corso di studi nel 1970 e nel 1971 e i giovani che si sono iscritti all’Albo proprio nel 2020 e nel 2021. In autunno, poi, una nuova festa per i laureati nel 1972 e i nuovi professionisti che si iscriveranno quest’anno.

Ad accompagnare la festa – novità di questa edizione – la musica del quartetto d’archi veneziano tutto al femminile ArTime Quartet, guidato dalla professoressa Elena Borgo, un quartetto che parte proprio dalla laguna, nasce dall’incontro tra quattro musiciste affermate, provenienti da diverse culture italo-europee, e che ha tenuto concerti in importanti festival e stagioni musicali in tutto il Triveneto, in Lombardia, fino in Austria, esibendosi anche con artisti di fama internazionale.
Ampio, versatile ed elegante il repertorio che hanno presentato, spaziando dalla musica barocca di Baldassare Galuppi a quella da film, il tema di New York New York e le celebri note di Ennio Morricone, dal tango di Gardel e Piazzolla al rock dei Led Zeppelin e dei Guns N’ Roses.

A fare gli onori di casa il presidente dell’OMCeO lagunare e vice nazionale Giovanni Leoni e il presidente della Commissione Albo Odontoiatri veneziana Giuliano Nicolin. «Finalmente – ha detto quest’ultimo nei suoi saluti iniziali – siamo di nuovo qui in presenza. Ci mancava questa festa... In questa occasione poi c’è un evento che non si era verificato prima: una presenza numerosa di neoiscritti che sono figli di colleghi, di colleghi medagliati che sono stati nostri professori, di colleghi pazienti o di cui siamo stati pazienti. Per questo oggi sono qui con un po’ di emozione in più. In un clima difficile come quello che stiamo vivendo, mi stupisco molto di tutti questi giovani che si avvicinano alla professione. Mi chiedo che cosa li spinga. E allora proprio ai giovani dico: qualsiasi cosa vi abbia ispirato a fare questa “pazzia”, coltivatela, non fatevela rubare. Perché noi siamo privilegiati a svolgere questa professione».

Guarda qui i volti dei protagonisti: la festa e i premiati
Guarda qui i video dei vari momenti della celebrazione, realizzati da Enrico Arrighi
(parte 1: https://www.omceovenezia.it/notizie/gallerie/video-gallery/12058-playlist-giornata-del-medico-e-dell-odontoiatra-2022 e parte 2: https://www.omceovenezia.it/notizie/gallerie/video-gallery/12061-playlist-giornata-del-medico-e-dell-odontoiatra-2022-parte-2)

I saluti delle autorità
Tanti gli amici, grazie alle preziose sinergie che l’OMCeO lagunare è riuscito a stringere negli anni con enti e istituzioni, che hanno partecipato alla festa. A partire da Simone Venturini, assessore alla Coesione Sociale e alla Programmazione Sanitaria del Comune di Venezia, da lungo tempo partner in moltissime iniziative dell’Ordine, con cui anche questa giornata viene organizzata.
«L’ultima volta che ci siamo incontrati in questo contesto – ha spiegato l’assessore sul palco – era prima dell’Acqua Granda e del Covid, ormai un’epoca fa. È bello tornare per dare rilevanza piena a un momento significativo, in cui si assiste ad un ideale passaggio di testimone tra chi ha svolto per 50 anni questa professione, che non è solo un lavoro, ma una missione, e chi con il Giuramento di Ippocrate raccoglie questa eredità».
L’assessore ha anche sottolineato come si arrivi da «da due anni difficili, che vi hanno e ci hanno messi a dura prova. Difficili per voi impegnati in prima linea, per i vostri colleghi e familiari. E ci arriviamo con la consapevolezza di quanto sia fondamentale difendere il vostro lavoro e il sistema sanitario nazionale. Questa consapevolezza non va persa, ora che ci sembra di essere usciti dalla fase acuta della pandemia. Il grazie mio e di tutto il Comune va ai medici di lunga esperienza e ai nuovi iscritti, in cui ripongono le proprie speranze le aziende sanitarie e la comunità».

Sul palco del Teatro Goldoni è salito poi il questore di Venezia Maurizio Masciopinto che ha parlato in particolare di coesione tra le istituzioni. «Le emergenze legate al Covid – ha detto – ci hanno insegnato a stare più insieme: la sicurezza è legata strettamente alle connessioni tra le istituzioni. A volte in questo territorio ho sofferto sulla mia pelle la mancanza di coesione istituzionale, invece il Covid ha creato l’opportunità per un nuovo modo di stare insieme. Questi due anni ci hanno fatto scoprire un modello relazionale importante. Curare la salute delle persone è una mission fondamentale: essere medico, essere poliziotto, essere al servizio dei cittadini è un’importante base culturale per l’evoluzione di una società. Questo è il percorso che dobbiamo riscoprire: un concetto di coesione sociale che metta da parte gli egoismi».

I risultati straordinari raccolti in due anni molto difficili e il riconoscimento del ruolo delle professioni sanitarie arrivato dalla società al centro del breve intervento del presidente della FNOMCeO Filippo Anelli che, causa Covid, non era in teatro ma in video collegamento.
Dopo aver ricordato il pesante periodo della pandemia – «due anni in cui molti di noi ci hanno rimesso anche la vita», ha detto – la guida della Federazione nazionale ha sottolineato, però, anche come questo periodo difficile abbia dimostrato «la forza della professione: è emersa una forza straordinaria, legata alla passione e ai valori custoditi nel nostro codice. All’improvviso la professione è diventata strategica all’interno di questo Paese: una capacità di intervenire a più livelli, garantendo la salute dei cittadini, e la salute che da costo è diventata, finalmente, un vero investimento con la stagione dei tagli definitivamente chiusa».
Tra le difficoltà che si sono dovute affrontare la mancanza di strumenti adeguati per affrontare il Covid e il numero insufficiente di professionisti, «ma anche in questo caso – ha aggiunto il dottor Anelli – il Governo ci ha ascoltati e siamo riusciti a superare quell’imbuto formativo che vedeva tanti ragazzi costretti ad andare all’estero o ad aspettare inutilmente. Ora ci sono 30mila borse in due anni: un risultato straordinario».
Il presidente nazionale ha anche parlato di “emozione incredibile” quando, per volontà del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, proprio i medici e gli altri professionisti della salute hanno aperto la sfilata del 2 giugno a Roma, «un grandissimo riconoscimento dello Stato – ha concluso – che guarda ai nostri Ordini come uno strumento fondamentale dell’attuazione dei diritti che sono previsti dalla Costituzione, come professioni strategiche per la nostra società. Ai giovani auguro di continuare su questa strada e di avere un futuro radioso».

Dopo aver letto i messaggi di stima e riconoscenza arrivati anche dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e dal patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, sul palco sono saliti – ed era la prima volta per loro – due degli attori principali di questi anni di pandemia: Edgardo Contato, direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, e Mauro Filippi, alla guida dell’Ulss 4 Veneto Orientale.
«Da medico – ha detto subito il dottor Contato – mi sento a casa, oggi insieme a voi. Voglio qui fare riferimento ai veterani dell’arte medica che vengono premiati ed onorati. Noi come medici, almeno quelli anziani come me, abbiamo assistito a un progressivo depauperamento del nostro patrimonio tecnico, scientifico, economico ed umano, fintanto che non è arrivata una pandemia, a farci capire che per fare sanità occorrono medici e professionisti capaci che se ne occupino. È servita una pandemia per farci capire che a monte di tutto c’è la salute».
Il dg dell’Ulss 3 ha poi ripercorso gli ultimi difficilissimi due anni: la Venezia vuota, persino senza i piccioni, la salute che mancava, il combattere contro qualcosa di sconosciuto. «E lì – ha aggiunto – è venuto fuori il meglio dei medici e di tutti quelli che compongono la sanità, professionisti capaci che hanno donato anche la loro vita per il bene comune. A loro va un grazie enorme per l’enorme sforzo che hanno profuso. Grazie a loro Venezia è potuta tornare ad essere una città viva, una città di relazione».
Un accenno, alla fine del suo breve intervento, anche alle risorse in arrivo dal PNRR, «che sembra – ha concluso Contato – la panacea di tutti i mali. Sì, sono soldi che arrivano, se però dentro questi soldi non ci mettiamo le competenze e soprattutto se non troviamo una giusta collocazione per la professione medica, sono soldi sprecati. Ai giovani dico: spetta proprio a voi mettere a frutto questa grande opportunità per garantire un futuro migliore ed evitare gli errori del passato».

«Gli attori veri durante la pandemia – ha esordito invece il direttore generale dell’Ulss 4 Veneto Orientale Mauro Filippi – sono stati tutti gli operatori sanitari che sono qui in sala e quelli che oggi sono al lavoro negli ospedali, negli ambulatori, nei loro studi. Sono loro ad aver fatto davvero la differenza. La pandemia ha fatto riscoprire il valore di questa professione: è bene che la gente abbia capito il valore della professione medica, dell’odontoiatra e delle professioni sanitarie in generale. È il medico la persona a cui ci si deve affidare per la propria salute: il medico non cura, ma si prende cura delle persone, un concetto da riscoprire».
Dopo aver ringraziato i colleghi che festeggiano i 50 anni dalla laurea, «per aver disegnato la sanità contemporanea e moderna, una sanità d’eccellenza», il dottor Filippi ha voluto sottolineare come la sanità non sia fatta solo di tecnologie, di strutture, di macchine, ma soprattutto di persone. «Un benvenuto, infine – ha concluso – a tutti i nuovi medici, di cui c’è assolutamente un gran bisogno. A voi si chiede di andare avanti verso una sanità in grande evoluzione e cambiamento, ma con l’impegno di costruire una relazione importante con la comunità, con le persone di cui vi prenderete cura».

A chiudere gli interventi delle autorità un’altra grande amica dell’OMCeO lagunare, con cui si è stretto da tempo un rapporto di collaborazione: Marina Bottacin, presidente dell’Ordine veneziano delle Professioni Infermieristiche (OPI). «Oggi per un attimo – ha detto sul palco – dimentichiamoci i problemi e godiamoci questa giornata di festa. Potrebbe sembrare un comportamento poco responsabile, ma noi professionisti della salute troppo spesso ci dimentichiamo che anche noi abbiamo bisogno di una pausa, di attenzione e di cura».
Dalla presidente Bottacin anche un saluto particolare alle tantissime neo dottoresse presenti in sala e un ringraziamento all’Ordine per la vicinanza e la solidarietà sempre espressa nei periodi più turbolenti. Quindi un pensiero rivolto ai giovani: «Vi auguro – ha concluso – una vita professionale piena di soddisfazioni e di incontri speciali, primo fra tutti quello con i vostri pazienti».

All’assessore Venturini, in rappresentanza di tutto il Comune di Venezia, al questore Masciopinto, ai direttori generali Contato e Filippi, in rappresentanza di tutti gli operatori sanitari delle loro aziende, e alla presidente degli infermieri Bottacin è stata consegnata – dai presidenti Leoni e Nicolin, dal segretario dell’Ordine Paolo Sarasin e dal presidente della Fondazione Ars Medica Gabriele Gasparini – una targa di ringraziamento per le numerose attività messe in campo nella lotta alla pandemia e per l’enorme impegno profuso in un periodo storico di grande complessità per la sanità italiana.

L’omaggio a Gino Strada
Dopo una nuova sessione musicale dell’ArTime Quartet, si è vissuto un momento di grande emozione sul palco del Teatro Goldoni. In una giornata organizzata per celebrare medici e odontoiatri più o meno esperti, la loro passione e professionalità, l’Ordine veneziano ha voluto rendere omaggio anche a un altro medico, davvero fondamentale per l’Italia, con il suo senso di giustizia e la sua volontà di pace. Colui che ha davvero incarnato il desiderio di curare tutti, in ogni angolo del mondo.
«Il diritto di ricevere cure mediche adeguate è un diritto universale. Emergency in questi 25 anni ha dimostrato che non esistono scommesse impossibili» le parole del fondatore di Emergency Gino Strada, scomparso quasi un anno fa, rimbombate in teatro attraverso un video. «Abbiamo voluto questo omaggio – ha spiegato il presidente Leoni – per dare un buon esempio ai nostri giovani perché l’esempio è il miglior insegnamento. Non tutti possiamo essere eroi come Gino Strada, ma ognuno nel suo piccolo, ci può provare ogni giorno».
«Gino era molto legato a Venezia – ha detto sul palco la presidente della onlus Rossella Miccio – ci ha vissuto per anni: ha voluto qui una sede di Emergency e il secondo ambulatorio in Italia è nato a Marghera… Il modo migliore di ricordarlo è trasmettendo i valori e i messaggi di Gino, che poi sono quelli dei medici. Perché non si fa il medico, si è medico. Il medico si prende cura delle persone e lo fa quando le persone sono particolarmente vulnerabili. Si crea, così, un rapporto speciale. Questo prendersi cura delle persone, ovunque esse siano, in qualsiasi contesto, è esattamente l’antitesi del fare la guerra».
Dalla presidente di Emergency anche un pensiero rivolto ai giovani: «Avete una responsabilità importante – ha concluso Rossella Miccio, ricevendo una targa di ringraziamento per l’enorme lavoro che continua a fare Emergency nelle zone più difficili del mondo – rappresentate un punto di riferimento fondamentale per chi vive nelle vostre comunità. Tenete dentro questo messaggio forte e provate a essere il più possibile empatici con chi vi sta intorno».

Le celebrazioni, le emozioni e il discorso del presidente
Dopo aver ricordato con Gino Strada gli altri colleghi veneziani scomparsi in questi ultimi due anni, il presidente Giovanni Leoni ha finalmente dato il via alla festa: con il presidente Nicolin e il segretario Sarasin ha chiamato uno a uno sul palco i 38 tra medici e odontoiatri che 50 anni fa si sono laureati, ripercorrendo i loro straordinari curricula e consegnando loro una medaglia commemorativa: hanno sfilato primari e professori, specialisti delle più diverse discipline – dalla neurologia all’ematologia, dall’anestesiologia alla traumatologia… – precursori di tecniche che poi avrebbero fatto scuola, volontari che ancora prestano il loro servizio nelle aree più difficili.

Prima di consegnare – è proprio il caso di dirlo – il palco ai giovani il presidente Giovanni Leoni ha anche tenuto un breve discorso, in cui ha ripercorso i due difficili anni di pandemia, ma ha anche accennato al ricostruito rapporto con la politica che ha portato a raggiungere risultati importanti.
Si è rivolto, però, in realtà, soprattutto ai ragazzi, con tanti consigli per loro, tra cui il più importante: «Trovatevi dei buoni maestri, sceglieteli, seguiteli. Ne avete di ottimi qui, in questa sala, stamattina, con colleghi che hanno servito il paziente e il paese con grande dignità e professionalità per tutta la loro vita. Auguro a tutti voi di seguire le loro orme e di evolvervi nel tempo sotto il profilo tecnologico senza, però, perdere mai il punto di vista umano del rapporto col paziente». (Per leggere una sintesi più ampia del discorso del presidente Leoni clicca qui).

Al Teatro Goldoni, però, una delle emozioni più intense si è vissuta quando, uno alla volta, sono saliti sul palco i 63 giovani medici e odontoiatri – tantissime le dottoresse… – che, guidati dalla dottoressa Mustaj Sindi, medico, e dal dottor Zeno Dal Carlo, odontoiatra, hanno pronunciato un forte e chiaro “lo giuro” dopo aver ascoltato le parole centenarie del maestro Ippocrate lette dai loro colleghi.

Per il gran finale sono stati poi chiamati sul palco tutti i consiglieri del Direttivo dell’Ordine e della CAO presenti, l’intero staff di segreteria, guidato da Carla Carli, il presidente dell’Ars Medica Gabriele Gasparini, che ha presentato brevemente le attività della Fondazione, quello della Commissione Giovani Luca Donolato, gli altri collaboratori: tutte persone che lavorano ogni giorno, in silenzio, per far funzionare la macchina dell’Ordine e senza cui questa giornata non sarebbe possibile.

Con loro sul palco anche il segretario della FNOMCeO e presidente dell’OMCeO Siena Roberto Monaco che, nei suoi saluti finali, ha ricordato come la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra celebrata a Venezia sia un piccolo segno di ritorno alla normalità. «Arrivo alla fine di questo incontro – ha detto – in cui le emozioni hanno preso il sopravvento. Ai giovani che sono saliti su questo palco, con le mani tremanti, dico: davanti agli ostacoli che incontrerete e agli errori che forse vi capiterà di fare, ricordatevi delle parole di papa Francesco, “Usate le lacrime perché possano irrigare la tolleranza, usate gli ostacoli perché possano aprire le porte all’intelligenza, usate gli errori per addestrare la pazienza”. E io, più umilmente, vi dico: continuate a sognare, i vostri sogni sono la sicurezza di un nostro futuro professionale importante».
Perché i medici, tutti i medici, al di là della retorica degli eroi, tutelano diritti fondamentali, tutelano, dunque, la Costituzione e la democrazia. «Quando visiterete un malato – ha concluso il dottor Monaco – in quel momento date il vostro cuore, la vostra anima, le vostre emozioni di oggi, le mettete a disposizione dei vostri pazienti. E date dignità al dolore… E questa è la cosa più bella che la nostra professione può fare. Non abbiate paura di toccare il paziente perché finché avrete i vostri sogni, le vostre mani saranno intrise di quella polvere che hanno proprio i sogni».

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Venezia