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La sanità veneziana piange il professor Roberto Bassi, morto sabato scorso, 8 marzo 2025, per anni primario del reparto di Dermatologia all'Ospedale Civile di Venezia e a lungo guida della comunità ebraica lagunare. «Anche con lui – il ricordo affettuoso del presidente dell'Ordine Giovanni Leoni – ho lavorato nello stesso ospedale fino alla sua pensione. Io all’epoca ero molto più giovane e c’era un'importante differenza di età, ma era facile poter osservare in lui uno stile di comportamento esemplare per chi fa il medico. Era una persona di grande cultura generale oltre che scientifica, un collega sempre gentile». 

Nato a Venezia nel 1931, il professor Bassi avrebbe compiuto 94 anni a settembre. Si era laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Ferrara nel 1956 per ottenere negli anni successivi numerose specializzazioni: in Endocrinologia all'Università di Firenze nel 1960, in Dermosifilopatia l'anno dopo a Padova e in Psicologia nel 1975 a Bologna. Da ben 68 anni, fin dal 1957, era iscritto al nostro Ordine. 

Nella sua lunga e feconda carriera professionale ilprofessor Bassi è stato anche docente di Dermatologia psicosomatica nella Scuola di specializzazione dell’Università di Ferrara, ha promosso e partecipato a numerosi congressi nazionali e internazionali nelle sue aree di interesse, e pubblicato numerosi studi scientifici e divulgativi, tra cui Introduzione alla dermatologia psicosomatica nel 1977, La ragazza che odiava gli specchi. Appunti di dermatologia Psicosomatica nel 1996 e Psiche e pelle nel 2006. È stato anche fondatore e a lungo presidente della Società italiana di Dermatologia psicosomatica (SIDEP).

Ci sono persone che non dimenticano le «sue mani grandi e morbide» o « la sua voce profonda, calda, avvolgente», ma pazienti e colleghi lo ricordano soprattutto come medico di «grande umanità, professionalità e dedizione, cultura» e «dermatologo illuminato, vicino alla psicoanalisi: ha introdotto la psicodermatologia in anni in cui pochissimi se ne occupavano».

A piangere il professor Bassi, però, non è solo il mondo sanitario, ma anche la comunità ebraica cittadina, di cui è stato presidente dal 1984 al 1991. Ha, infatti, contribuito nel 1955 a fondare il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea per tenere viva la memoria della Shoah, che sul proprio profilo Facebook ne ricorda «la capacità di visione, l'impegno e l'attitudine a "guardare oltre" rimanendo radicato in una tradizione forte».

«Come studioso di dermatologia e psicosomatica – il ricordo dei figli Shaul ed Eva – era convinto che anche per curare un acne bisognasse capire le emozioni e il vissuto delle persone (che spesso lo ricordavano come il medico che offriva una sigaretta per metterli a loro agio… e aver l’occasione di fumarsene un’altra anche lui). Come militante socialista, ebreo e antifascista si era impegnato tutta la vita, finché la sua mente brillante ha retto, lasciandoci la fregatura di credere che il mondo stesse migliorando e l'esempio che ognuno di noi ci deve provare comunque a ogni costo. Tra le mille cose che mi ha insegnato è il motto De mortuis nil nisi bonum, e quindi guai a non dire che a volte è stato un padre ingombrante (ma sempre presente nei momenti chiave). Gli piaceva anche dire: “Vado al bar a leggere i necrologi del Gazzettino per scoprire se sono ancora vivo”. Domani avrebbe una brutta sorpresa, ma 93 anni in cui è stato amato da due mogli, due figli e due nipoti (e tantissime altre persone) non sono cosa da poco. Peccato non festeggiare con lui 80 anni dalla liberazione, ma il dovere della memoria – ce lo ha detto nel suo libro – spetta a chi rimane. Sia il suo ricordo benedizione».

Alla moglie Lia, ai figli Shaul ed Eva, ai parenti, ai colleghi e agli amici le più vivissime condoglianze del presidente Giovanni Leoni e dell'Ordine tutto. Il funerale è in programma per mercoledì 12 marzo alle ore 14 partendo dalla cella mortuaria del Ghetto per il cimitero Ebraico del Lido di Venezia.

L'omaggio al professor Bassi sulla stampa locale: