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Tengono banco in queste ore l'addio alla sanità pubblica, per approdare nel privato, del primario di Radiologia dell'ospedale dell'Angelo di Mestre Claudio Fittà - le terze dimissioni in 10 giorni in Veneto - e le sue accuse ai medici di famiglia di fare troppe prescrizioni inutili. Proprio su questi temi dice la sua il presidente  dell'OMCeO veneziano e vice nazionale Giovanni Leoni intervistato ieri, domenica 24 settembre 2023, da Alvise Sperandio sul Gazzettino di Venezia, e sabato scorso da Nicola Accardo per un servizio andato in onda sul TgR Veneto.

«In ambulatorio ogni mattina - sottolinea il presidente Leoni - circa il 40% dei pazienti è esente ticket per reddito, invalidità civile, patologia a vario titolo: tutta questa gente non ha proprio i soldi per la sanità privata, devono aspettare i tempi del Servizio Sanitario Nazionale. La domanda di salute cresce inesorabilmente da parte di una popolazione sempre più longeva, ma anziana e malata, l’offerta pubblica cala, le liste di attesa aumentano, l’offerta privata aumenta».

«La domanda di salute - aggiunge ancora Leoni - è in costante aumento da parte di una popolazione sempre più longeva, ma con più patologie e necessità di esami e cure. Le prescrizioni radiologiche provengono non solo dalla medicina generale ma anche dagli specialisti che seguono le varie linee guida. Sbagliato addossare la responsabilità dell’aumento complessivo delle richieste a una sola categoria. La pressione negli ambulatori dei medici di famiglia è elevatissima, ma analoghe problematiche per i tempi di attesa degli esami strumentali esistono anche per le prescrizioni da parte dei medici ospedalieri e degli specialisti ambulatoriali. Tutti noi medici facciamo lo stesso mestiere e abbiamo i medesimi problemi per l’adeguata cura dei nostri pazienti in questo particolare periodo storico in cui, a fronte di decine di migliaia di prestazioni ineccepibili, fanno scalpore inevitabili ritardi che gettano ombre sul nostro lavoro complessivo e generano conflitti all’interno della categoria, condizione assolutamente da evitare».

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